Credits Marco e Paolo Bellutta

DA TRENTO A PASADENA: PAOLO BELLUTTA SI RACCONTA

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Prima la laurea in Fisica all’Università di Trento, poi il lavoro al Jet Propulsion Laboratory, ora è membro del Mars Exploration Rover mission della NASA
“Questi rover sono come protesi che estendono le mie capacità e mi danno accesso a un altro mondo. Esplorare un altro pianeta, vedere ogni giorno posti nuovi mi porta a pensare a come i navigatori dei secoli scorsi si sono sentiti approdando nelle varie zone del nostro pianeta e cosa sia accaduto dopo.”
intervista di Lino Giusti a Paolo Bellutta

Paolo Bellutta, laureato in Fisica presso l’Università di Trento nel 1981, è ora membro del Mars Exploration Rover mission della NASA. Lo abbiamo raggiunto a Pasadena in California per chiedergli di raccontarci qualcosa della sua splendida avventura. 

Come è iniziato tutto? Com’è nato il desiderio di lavorare alla NASA? 

Quando ho iniziato a lavorare non pensavo assolutamente a questo campo. Lo spazio era un posto distante, un mondo affascinante ma non un settore a cui pensare. Una serie di scelte intermedie, quasi casuali, mi hanno invece portato a intraprendere questa carriera. In particolare, nel 1998 risposi ad un annuncio di lavoro da parte del Jet Propulsion Laboratory (JPL) e nel giro di poco tempo mi trovai a Pasadena, California. JPL era chiaramente una meta molto ambita e non ci speravo. È stato un percorso lungo e difficile, ma mi ha dato modo di fare esperienze, trovare soddisfazioni risolvendo problemi e forse è stato questo che mi ha aiutato di più a proseguire.

Non ha mai pensato che fosse difficile arrivarci partendo da una piccola città delle Alpi?

Era una meta così lontana che non la consideravo come un possibile punto di sbarco. Io sono nato proprio agli albori della conquista dello spazio e le prime traballanti immagini in bianco e nero viste in TV rappresentavano eventi lontani dal mio mondo. Persino adesso a volte mi chiedo se sto facendo davvero questo lavoro. D’altra parte forse, essendo nato a Rovereto, il mio destino era predeterminato.

Che cosa l’ha colpita di più dal punto di vista della ricerca quando ha fatto il grande balzo dall’Italia agli Stati Uniti?

Sicuramente l’aspetto più evidente è la disponibilità di risorse, sia umane che di mezzi e fondi. Ma l’aspetto fondamentale è la determinazione con cui la gente lavora, a volte anche a discapito della creatività. Sarà uno stereotipo consumato, però noi Italiani cerchiamo di risolvere i problemi nella maniera più semplice anche tralasciando le metodologie tradizionali. Spesso questo risulta in soluzioni più eleganti e innovative.

Che cosa consiglierebbe a un giovane ricercatore sulla scorta della sua esperienza ai massimi livelli della ricerca spaziale?

Al giorno d’oggi la competizione nel mondo del lavoro è incredibile, essere versatili e preparati è essenziale più di quando io ho iniziato trent’anni fa. Cercare di ampliare i propri orizzonti offre più possibilità di impiego e rende anche più appetibili. La conoscenza specifica di un solo problema è importante, ma può venir appresa sul lavoro. 

Qual è il progetto spaziale che lo ha coinvolto e appassionato maggiormente e che cosa le ha lasciato? 

Sicuramente il progetto che mi ha appassionato di più negli ultimi 11 anni è il Mars Exploration Rover Project con i due rover Spirit e Opportunity. Sono stati la mia porta verso lo spazio e il pianeta Marte. Capire come vengono gestite queste missioni, le scelte che vengono fatte da un punto di vista scientifico e tecnologico è affascinante. Questi rover sono come protesi che estendono le mie capacità e mi danno accesso a un altro mondo. E non sono il solo a pensarla in questo modo: spesso noi ci Troviamo a gesticolare per immaginare come i veicoli lavorino su Marte, in modo così vivido da associare tratti caratterali ai rover che, come tutte le navi da esplorazione, vengono immaginati di genere femminile. Spirit era molto difficile da gestire, sempre a richiamare la nostra attenzione. Opportunity invece ha sempre avuto successo in tutto. Curiosity è molto complessa, ha una coda termonucleare e un LASER da 10 megawatt. Esplorare un altro pianeta, vedere ogni giorno posti nuovi mi porta a pensare a come i navigatori dei secoli scorsi si sono sentiti approdando nelle varie zone del nostro pianeta e cosa sia accaduto dopo.

Dal suo punto d’osservazione privilegiato, cosa cambierà nei prossimi anni nella vita di tutti i giorni grazie alla ricerca spaziale e alla tecnologia che viene sviluppata attorno ad essa?

Non c’è dubbio che negli ultimi 20-25 anni Internet abbia modificato radicalmente la vita di tutti i giorni, la robotica sarà la prossima tecnologia che cambierà la nostra vita. Robotica intesa come sistemi meccanici controllati da sistemi che interagiscono con l’ambiente, non già come umanoidi che troveremo per strada. Probabilmente l’industria dei trasporti sarà la prima ad essere visibilmente modificata. Già oggi ci sono autovetture che si parcheggiano da sole o che avvertono il guidatore di potenziali pericoli o addirittura prendono il controllo e correggono velocità e traiettoria in autostrada. In un futuro non troppo distante mi immagino piccoli veicoli che possono trasportare uno o due persone senza bisogno di assistenza umana, dando libertà di movimento anche a disabili. Avremo sicuramente veicoli pesanti e riconfigurabili, che possano trasportare merci in diverse quantità rendendo superflui i centri di smistamento. Le strade a sola guida automatica sono alle porte e ci permetteranno di ridurre incidenti e rallentamenti dovuti al traffico. Probabilmente i nostri nipoti considereranno la patente di guida come una cosa esotica e non essenziale. Anche il trasporto aereo e ferroviario verrà robotizzato. Già molti aeroporti hanno sistemi di movimento persone totalmente robotizzati e i più recenti velivoli percorrono la maggior parte del percorso in maniera totalmente autonoma. Vedremo sempre più spesso nei nostri cieli piccoli veicoli per il trasporto di piccole quantità di materiale, in sostituzione di corrieri espresso. Sarà necessario prepararsi a convertire il personale coinvolto, dato che molti dei mestieri che svolgono questi ruoli spariranno, ma questo è un problema che coinvolgerà la nostra società sempre di più. L’evoluzione della tecnologia è molto più veloce dell’evoluzione sociale e gli studenti di oggi verranno impiegati in figure professionali non ancora inventate.

APPROFONDIMENTI

Mars Exploration Rover mission http://mars.nasa.gov/mer/home/