GIOVANI, UNIVERSITÀ E NUOVE OCCUPAZIONI

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Innovazione, lavoro, formazione e sport: una nuova alleanza a livello europeo
intervista di Francesco Anesi a Thierry Zintz

Thierry Zintz è docente presso l’Université Catholique de Louvain, vicepresidente del Comitato Olimpico belga e Chairman di European Observatoire of Sport and Employment. Durante la conferenza ha presentato, con Rossana Ciuffetti, il tema "A new Alliance between Innovation/Employment, Education/University & Sport".

Thierry Zintz, foto Luca Valenzin, archivio Università di TrentoProfessore Zintz, relativamente al Suo intervento, quali sono le novità che stanno emergendo?
Oggi la sfida principale delle università è quella di assicurare che i giovani, al termine dei loro studi, riescano a trovare un lavoro. Per garantire questo, non dobbiamo investire solo su aspetti puramente teorici, ma su quelle che chiamerei "competenze lavorative". Questo per molti anni non è stato praticato dalle università, perché focalizzate solo sulla conoscenza scientifica. Tuttavia, la conoscenza ora è sia conoscenza pura, sia conoscenza applicata. Ritengo che il mondo dello sport sia in grado di coniugare questi due tipi di conoscenza; per questo possiamo essere innovativi.

Il Suo intervento ha sollevato molte domande sui nuovi settori lavorativi, sull’integrazione tra innovazione e sport, sulla lifelong learning. Come stiamo affrontando il dilemma educazione-sport?
Un aspetto particolare di questo dilemma è rappresentato dagli atleti professionisti che sono al contempo studenti universitari. A mio parere, l’organizzazione degli studi universitari dovrebbe essere rimodulata perché queste due carriere diventino compatibili. Alcune università giovani lo stanno già facendo, ma anche altre, quelle storiche, sono coinvolte in questo progetto. Il nostro obiettivo è quello di dare la possibilità ad ogni atleta, al termine della sua carriera sportiva, di avere un’altra vita professionale.

Ha parlato inoltre dell’importanza di creare un circolo virtuoso tra occupazione, università, innovazione e sport. Con la mobilità per lo sport di "Erasmus Plus" e le nuove iniziative UE, stiamo andando nella direzione giusta?
Lo sport fu scelto anni fa dalla Commissione europea, a discapito di altri settori, come settore strategico per l’obiettivo lifelong learning process, per i suoi ampi margini di miglioramento. Penso che, grazie alla collaborazione tra università, CONI e altre istituzioni sportive, in Italia stiamo andando nella direzione giusta.

Come Chairman dello European Observatoire of Sport and Employment, ha organizzato un incontro molto importante a Roma per riflettere sul futuro di sport e occupazione. State cercando nuove collaborazioni?
Pensando a future collaborazioni, è chiaramente necessario unire le forze. Se avremo l’opportunità di collaborare con il CONI, con le università italiane o in particolare con l’Università di Trento, sono certo che la coglieremo. Per poter sviluppare nuovi progetti, dobbiamo dimostrare che c’è un’unità di sistema nel settore sport. Se siamo uniti anche la politica poi farà la sua parte. Ricordo le parole di un Ministro belga dello Sport di qualche anno fa: "We don’t need to make things for sport because you are not united, the day you will be united, when one million people are in the streets, we as politicians will move."
Quindi dobbiamo rimanere uniti.

APPROFONDIMENTI

European Observatoire of Sport and Employment
www.eose.org

Erasmus Plus & Sport
http://ec.europa.eu/sport/index_en.htm