UN SOFTWARE PER COMUNICARE CON GLI OCCHI
Xtensa è una società di start up costituita da ricercatori del laboratorio di multimedia del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (DISI). Ne fanno parte il professor Francesco De Natale e gli ingegneri Nicola Conci, Alfredo Armanini e Mattia Daldoss. L’obiettivo della società è portare sul mercato soluzioni software per la comunicazione alternativa per persone con disabilità, sfruttando la sinergia tra hardware già disponibile sul mercato (alta reperibilità e costi contenuti) e software ad elevato contenuto tecnologico. La società si è costituita come startup innovativa, secondo il decreto sviluppo tradotto in legge nel dicembre 2012, ed è membro del programma BizSpark di Microsoft.
Ingegner Daldoss, l’idea di Xtensa nasce a Trento, qual è il legame tra la ricerca universitaria e l’attività della vostra start up?
Xtensa nasce come start up dall’esperienza maturata nel Multimedia Signal Processing and Understanding Lab (MMLab) dell’Università di Trento, fondato contestualmente all’attivazione
del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione nel 2001. Coordinato dal professor Francesco De Natale, MMLab ha in questo decennio generato numerosi progetti di ricerca e sviluppo nel settore
dell’elaborazione dei segnali e più in particolare per quanto riguarda lo sviluppo di algoritmi per l’analisi di immagini e video. Xtensa si propone di riuscire a portare sul mercato il know-how
acquisito, permettendo l’effettivo trasferimento tecnologico di alcuni risultati rilevanti della ricerca universitaria. In particolare, Xtensa si focalizzerà su una serie di strumenti, già
realizzati a livello di prototipo di laboratorio presso MMLab, che trovano applicazione nell’ambito degli ausili medico-sanitari.
Quali sono i prodotti di Xtensa e in cosa vi ritenete innovativi nel vostro approccio tecnologico e di modello di business rispetto a vostri potenziali concorrenti?
Il nostro obiettivo è
di portare sul mercato Eye Assist, un sistema di comunicazione oculare a basso costo, entro la fine del 2013, mentre per HandsOn, un sistema per la riabilitazione degli arti superiori che funziona con una normale
webcam, l’obiettivo è il 2014. Parallelamente a questi progetti abbiamo intrapreso alcune collaborazioni con realtà locali per impiegare tecnologie di visione come quelle di cui si occupa
Xtensa, anche in progetti non strettamente legati al contesto medico, che rimane comunque la nostra priorità. Crediamo che quello che ci differenzia sul mercato sia principalmente l’utilizzo di
software ad elevato contenuto tecnologico declinato su sistemi hardware prodotti su larga scala e quindi più economici, ma anche la volontà di fornire ai nostri utenti dei sistemi plug&play
che possano essere adattati alle disponibilità informatiche già presenti nel loro ambiente domestico.
Quali potenzialità vedete nel mercato attuale per i vostri prodotti? Quali sono i vostri piani di sviluppo?
L’idea che noi vogliamo portare sul mercato è che sia possibile
ottenere sistemi con buone prestazioni utilizzando algoritmi di visione artificiale, indipendenti dalla piattaforma hardware su cui operano, declinandosi ogni volta sull’hardware che risulti maggiormente
adatto in termini di prestazioni e costi. Questo ci permette di fornire degli strumenti e dei servizi in grado di essere aggiornati con la rapida evoluzione dei dispositivi, sfruttando al massimo quello che
offre il mercato consumer. L’utilizzo di dispositivi prodotti su larga scala ci apre un mercato che non ha vincoli nazionali, ma siamo consapevoli che almeno nel breve periodo la nostra priorità
sarà il mercato regionale prima e nazionale poi.
In questo periodo economico dare vita ad una start up innovativa può essere veramente una sfida. Avete avuto accesso a particolari linee di promozione e/o finanziamento?
L’idea
di Xtensa va avanti da qualche anno, ma il progetto ha avuto una brusca accelerazione con la partecipazione al Make A Change: un concorso per idee innovative di impresa sociale in grado di avere una ricaduta
misurabile sul territorio. Essere premiati come miglior idea di impresa sociale ci ha aiutato, sia dal punto di vista economico che mediatico, e sull’onda di questo successo abbiamo ottenuto prima lo status
di start up dall’Università di Trento, poi il finanziamento Seed Money di Trentino Sviluppo. La società però è stata finanziata interamente dai soci e per ottenere questi finanziamenti
è stato necessario, anche se in piccola parte, l’indebitamento bancario.
img> Premiazione del concorso Make a Change, da sinistra: Valeria Benatti, giornalista e socio fondatore di Make a Change, Mattia Daldoss e Nicola Conci, soci di Xtensa, Renzo Rosso, patron di Diesel
CONTATTI
Xtensa srl
Sede legale e operativa
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