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CONTRASTARE IL FENOMENO DEI FARMACI CONTRAFFATTI

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I nuovi strumenti messi a punto dalla ricerca applicata che unisce informatica, diritto, sociologia e statistica
FAKECARE è un progetto di ricerca fortemente applicata che servirà per mappare farmacie illegali sul web ed il commercio on line di farmaci contraffatti, utilizzando competenze giuridiche, analisi statistiche e sociologiche e conoscenze informatiche.
di Vanessa Ravagni

La contraffazione di medicinali e il loro commercio online sono due fenomeni tra loro strettamente correlati, che hanno raggiunto dimensioni allarmanti, soprattutto per quanto riguarda l’impatto sulla salute pubblica.

Per affrontare il problema, la Direzione Generale Affari Interni della Commissione europea ha riservato una sezione specifica al tema della contraffazione e della criminalità nel settore farmaceutico nell’ambito del bando ISEC 2011, lanciato per finanziare progetti di ricerca nel settore del crimine economico. Una vera e propria minaccia alla salute pubblica, quella delle truffe farmaceutiche online, su cui si propone di lavorare il progetto FAKECARE. Il progetto, promosso dal gruppo eCrime della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, si è aggiudicato il finanziamento di oltre 407 mila euro per tre anni (2012-2015), di cui oltre 366 mila euro assegnati dalla Commissione europea.

Come spiega il dottor Di Nicola, ricercatore dell’Università di Trento e coordinatore del progetto: “FAKECARE prende spunto dall’espressione inglese take care; noi vogliamo prenderci cura del problema del fake, della contraffazione”. Questa truffa di livello mondiale vale un fatturato di circa 75 miliardi di euro nel 2010, coinvolge fino ad un medicinale venduto ogni dieci e causa 700 mila decessi ogni anno legati ai soli antimalarici e antitubercolari contraffatti. Per il rettore dell’Università di Trento Davide Bassi: “L’apertura del mercato online ha trasformato un problema locale che riguardava alcuni territori esposti in un fenomeno ubiquo e pervasivo; questa situazione rende il progetto di ricerca estremamente rilevante”.

Una partnership che si sviluppa da Trento, quella del progetto FAKECARE, ma che abbraccia una rete di partner nazionali e internazionali di primo piano nel settore. Il progetto è realizzato infatti in collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) - una delle agenzie regolative sui farmaci più attive in questo settore - e beneficia dell’esperienza di Domenico Di Giorgio, direttore dell’Unità Prevenzione Contraffazione, considerato uno dei massimi esperti in Europa sul tema. La collaborazione scientifica si estende anche fuori dai confini nazionali con l’Università di Teesside (UK), il Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità (RiSSC), l’INTERPOL (ICPO - Medical Products Counterfeiting and Pharmaceutical Crime) e l’Istituto internazionale per la prevenzione dei medicinali contraffatti (IRACM - FR) e Legitscript.

Il rettore Davide Bassi sigla il protocollo d’intesa con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), insieme a Domenico Di Giorgio, direttore dell’Unità Prevenzione Contraffazione - Foto AgF Bernardinatti, archivio Università di Trento.FAKECARE è un progetto di ricerca fortemente applicata che utilizzerà algoritmi di ricerca allo stato dell’arte per mappare online farmacie illegali, competenze giuridiche per individuare le asimmetrie normative tra Stati sfruttate da attività criminali, analisi statistiche e sociologiche per comprendere le dinamiche sottese al fenomeno. FAKECARE è un esempio di come il trasferimento di conoscenza, inteso come applicazione pratica di strumenti teorici per il benessere dei cittadini, possa avvenire anche nelle scienze umanistiche e in ambiti interdisciplinari. Cuore del progetto è proprio la costruzione di un prototipo che sfrutta le potenzialità delle ICT per l’identificazione automatica delle farmacie online illegali.

La migliore conoscenza dei meccanismi di domanda e offerta che il progetto garantirà sarà offerta a forze dell’ordine e istituzioni coinvolte per poter rendere più efficienti le misure di prevenzione e contrasto del fenomeno.

Il progetto offrirà inoltre un metodo attendibile per misurare il rischio che un determinato farmaco sia contraffatto e venduto online. Ogni farmaco può essere più o meno vulnerabile a seconda delle sue caratteristiche e della sua appetibilità. Possiede infatti un rischio intrinseco di diventare oggetto di attività di contraffazione (e conseguente commercio online). Misurare preventivamente questo rischio consente, già nella fase di produzione, di inserire dispositivi adeguati anticontraffazione nel packaging. Un’attività di prevenzione mirata - denominata in termini tecnici “crime proofing” - dei prodotti per renderli a prova di criminalità, che possono svolgere già le case produttrici.

Dal punto di vista giuridico verrà effettuata un’analisi interna all’Unione europea di tre modelli legislativi diversi nell’ambito della vendita online, con l’obiettivo di evidenziare i meccanismi che consentono a organizzazioni criminali di procedere al cosiddetto “shopping delle legislazioni”.

A contribuire alla diffusione del fenomeno è l’assenza di pene adeguate a sanzionare i crimini di questo tipo. Circa il 30% dei Paesi del mondo manca infatti di una
legislazione ad hoc o ne adotta una poco restrittiva. La situazione si è inoltre aggravata per l’allentamento dei controlli alla dogana: il commercio dei farmaci illegali ha assunto proporzioni enormi (da mezzo milione nel 2005 a 4 milioni nel 2007) e il 97% delle farmacie online operano illegalmente. Nei Paesi europei, dove è anche possibile modificare e adattare il packaging del prodotto, si stima che il commercio illegale di sostanze farmaceutiche abbia raggiunto nel 2010 quota 10,5 milioni di euro.

CONTATTI

Gruppo di ricerca eCrime
Facoltà di Giurisprudenza
Università di Trento
via Verdi, 53 I-38122 Trento
ecrime@unitn.it
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