Olivier Jousson, Sheref Mansy e la squadra iGEM

BATTERI BIO INGEGNERIZZATI PER RIPULIRE I MONUMENTI

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Un’idea del Centro per la Biologia integrata dell’Università di Trento presentata al MIT di Boston
In Italia molti monumenti antichi sono danneggiati dalla cosiddetta black crust: un batterio ingegnerizzato per modificarne chimicamente il principale componente, il solfato di calcio, in modo da scioglierlo selettivamente senza danneggiare il marmo, è l’idea nata al CIBIO.
di Olivier Jousson

L’idea, presentata con grande successo al concorso internazionale iGEM2012 conclusosi al MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, nasce nel Centro per la Biologia integrata (CIBIO) dell’ateneo e in particolare nei laboratori del professor Olivier Jousson e del professor Sheref Mansy.
Nel primo laboratorio (Laboratory of Microbial Genomics) l’obiettivo della ricerca è una maggior comprensione del fenomeno della virulenza batterica e lo sviluppo di nuovi bersagli terapeutici; molti antibiotici in commercio sono infatti inefficienti per la cura di infezioni causate da organismi multi-resistenti.

Nel secondo (The Armenise-Harvard laboratory of synthetic and reconstructive biology) l’attenzione si sposta sulla costruzione di cellule artificiali per sviluppare nuove
tecnologie che possano svolgere le stesse funzioni di batteri ingegnerizzati, ad esempio rimuovere inquinanti senza alterare l’ecosistema.

L’idea di bio ingegnerizzare dei batteri per ripulire i monumenti è stata proposta da un gruppo di studenti durante la fase di brainstorming della partecipazione a iGEM.
In un Paese con un ricco patrimonio culturale come l’Italia ci sono moltissimi monumenti antichi danneggiati dalla cosiddetta black crust. Gli studenti hanno notato che le tecniche attualmente utilizzate per l’eliminazione della black crust (metodiche fisiche o chimiche) tendono a danneggiare lo strato di marmo sottostante, con
un risultato spesso poco estetico (bleaching). Hanno ipotizzato che un batterio ingegnerizzato per modificare chimicamente il principale componente della black crust (il solfato di calcio) potesse selettivamente scioglierla, senza danneggiare la struttura del marmo.

La tecnologia non è ancora pronta per il mercato: la squadra iGEM ha effettuato test preliminari su campioni reali o su campioni ricoperti da uno strato di black crust sintetica. I ragazzi hanno ideato e realizzato uno simulatore di piogge acide a questo scopo, il “Crustanator”.

Il principale problema che i ricercatori stanno affrontando riguarda l’applicazione del batterio su grandi superficie e la sua aderenza al substrato.

L’iGEM 2012 Championship, da poco terminato, ha premiato la squadra del CIBIO con l’assegnazione della medaglia d’oro e motivando i laboratori ad investire ulteriori sforzi per il perfezionamento dell’idea. L’ingegneria genetica dei batteri è un trend della ricerca che sta entrando con sempre maggior forza nella vita di tutti noi, soprattutto per quanto riguarda la salute umana e animale, l’industria alimentare, farmaceutica e chimica, l’ambiente. Per fare soltanto un esempio, è già disponibile sul mercato un batterio in grado di rivelare l’arsenico in campioni ambientali.

CONTATTI

Laboratori:
The Armenise-Harvard laboratory of
synthetic and reconstructive biology
Laboratory of Microbial Genomics
Centre for Integrative Biology (CIBIO)

via delle Regole 101, I - 38123 Mattarello,
Trento
tel. +39 0461 282742
fax +39 0461 283937
cibio@unitn.it
http://2012.igem.org/Team:UNITN-Trento
www.unitn.it/en/cibio

Autore
jousson@science.unitn.it