GELATINA PER BENDAGGI AD USO MEDICO E CLINICO

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Un materiale messo a punto dal centro BIOtech dell’ateneo che ha depositato domanda di brevetto
Tra i vantaggi del nuovo materiale la realizzazione di bende per piaghe o ustioni che non aderiscano alla zona lesa e non provochino danni ai tessuti al momento della rimozione.
di Christian Lorandi

Lesioni della pelle, dovute a ferite, piaghe, ulcere e ustioni, presentano in molti casi difficoltà di guarigione che possono richiedere lunghi trattamenti clinici e anche l’ospedalizzazione. Nella pratica clinica tali lesioni sono trattate con farmaci somministrati sistemicamente o localmente e protette con bende che hanno la funzione di proteggere il sito dalla contaminazione assorbendo i liquidi in eccesso o tenendo umida la parte lesa. La rimozione del bendaggio provoca in molti casi la riapertura della ferita, per l’adesione allo stesso dei tessuti sottostanti, e pertanto una regressione del processo riparativo, oltre a dolore per il paziente.

Nel laboratorio di Tissue Engineering, Cells and Tissue Dynamics del centro di ricerca BIOtech dell’Università di Trento è stata depositata una domanda di brevetto per un materiale a base di gelatina che può trovare numerosi usi in medicina e, nel caso in esame, per la realizzazione di bende per piaghe od ustioni che non aderiscano alla zona lesa e non provochino danni ai tessuti al momento della rimozione. La caratteristica peculiare del materiale è la sua temperatura di fusione di poco superiore alla temperatura corporea. Il materiale è solido al di sotto dei 37 °C e con esso è possibile realizzare film, fibre e quant’altro necessario. Portato poco al di sopra dei 37 °C, il materiale fonde diventando solubile in acqua e pertanto nel caso in cui venga usato come bendaggio è sufficiente il suo lavaggio con acqua tiepida affinché venga rimosso dalla zona lesa senza provocare danni o dolore.

La formulazione studiata per applicazione come bende è costituita da una membrana di gelatina che viene liofilizzata e che riacquista le sue caratteristiche di deformabilità e adattabilità per breve immersione in acqua sterile o soluzione fisiologica prima dell’applicazione. La liofilizzazione consente la conservazione per tempi lunghi senza che il materiale subisca modificazioni.

Il materiale può essere caricato con farmaci durante la fase di trattamento in acqua, o anche prima della liofilizzazione, e pertanto può essere utilizzato non soltanto come copertura della lesione ma anche come sistema di rilascio topico del farmaco necessario alla guarigione o trattamento della lesione.

A tal proposito ne è già stato verificato l’uso per il rilascio di fattori angiogenici in grado di migliorare la neovascolarizzazione.

Da ulteriori studi di laboratorio è anche risultato possibile regolare il tempo di fusione/degradazione della membrana quando impiantata chirurgicamente, per poterlo impiegare anche nella prevenzione di aderenze post-chirurgiche.

La semplicità di conservazione e di applicazione, il costo contenuto e la possibilità di usarlo in chirurgia, sia per il rilascio di medicinali sia per evitare le aderenze postchirurgiche, rende questo materiale interessante da un punto di vista applicativo oltre che scientifico.

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