GAS RADON: A CACCIA DEL NEMICO INVISIBILE

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RSens: dalla ricerca alla produzione di sensori innovativi per la rilevazione di radiazioni ionizzanti
Il primo spin off congiunto tra l’ateneo di Trento e quello di Modena e Reggio Emilia per la progettazione e commercializzazione di dispositivi, per cittadini e imprese, per rilevare il gas Radon.
intervista di Claudio Nidasio a Luca Bidinelli

RSens è una giovane impresa costituita sotto forma di spin off accademico ed è il primo spin off congiunto tra l’ateneo di Trento e quello di Modena e Reggio Emilia.

L’impresa è stata costituita da 7 soci e vanta un advisory board d’eccellenza composto dal professor Gian Franco Dalla Betta (docente presso l’Università di Trento) e dai professori Luigi Rovati e Giovanni Verzellesi (docenti presso l’Università di Modena e Reggio Emilia). La società ha una sede legale in Trentino e una sede operativa in Emilia Romagna. RSens si occupa di progettare, produrre e commercializzare sensori per la rilevazione di radiazioni ionizzanti ed è impegnata nella produzione di un innovativo sensore in grado di rivelare la presenza di gas Radon. Ne abbiamo parlato con l’ingegner Luca Bidinelli, presidente e co-fondatore di RSens.

Ingegner Bidinelli, ci può sinteticamente descrivere come nasce il progetto RSENS? Qual è l'idea imprenditoriale?
L’idea alla base di RSens è quella di proporre sul mercato una soluzione nuova, in grado di aiutare a risolvere un problema tanto grave quanto poco conosciuto come il gas Radon. Il Radon è un gas inodore, incolore ed insapore, totalmente invisibile, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come seconda causa per l’insorgenza del tumore al polmone. Inoltre, tale gas è un precursore che viene studiato al fine di elaborare modelli di previsione per terremoti ed eruzioni vulcaniche. Il Radon riesce a penetrare all’interno delle nostre abitazioni e viene normalmente emesso da molti materiali da costruzione, rappresentando una importante minaccia alla nostra salute. Si tratta di un nemico invisibile e, come recita il nostro slogan aziendale: “L’unico modo per vincere un nemico invisibile è vederlo”.

Quale è la mission di RSens e, in sintesi, qual è l'offerta di prodotti e servizi che l'impresa offre sul mercato e quale il fattore innovativo?
Il nostro obiettivo è quello di diventare un punto di riferimento, prima a livello nazionale poi internazionale, per la progettazione e la produzione di sensori innovativi per la rivelazione di radiazioni ionizzanti, naturali e non. Attualmente stiamo terminando il processo che, a seguito della certificazione di prodotto, ci consentirà di proporre i nostri sistemi sul mercato. Tali dispositivi sono stati sviluppati ponendo una particolare attenzione a quelle che sono state riscontrate essere le primarie esigenze del mercato, ovvero poter disporre di dispositivi economici, portabili e soprattutto semplici da utilizzare. L’offerta commerciale sarà tuttavia diversificata al fine di poter soddisfare sia un’utenza professionale che il normale cittadino che intenda tutelare la propria salute e quella dei suoi cari.

Ancora prima di costituirsi come impresa RSens ha avuto diversi riconoscimenti e finanziamenti, ce ne può parlare? Quale strategia è alla base di questo successo?
Tra i vari riconoscimenti che abbiamo avuto vi sono, il Talento delle Idee di Unicredit, la Start Cup Emilia- Romagna, la Start up Initiative di Intesa San Paolo, il progetto IMPRESA del Consorzio IMPAT e i finanziamenti Aster e Spinner. Sicuramente lavorare con rigore e professionalità è una strategia che paga e viene soprattutto molto apprezzata. Ritengo, inoltre, che l’entusiasmo, la voglia di fare, la voglia di realizzare qualcosa di nuovo e di proporre una soluzione in grado di risolvere un problema grave, come quello del Radon, siano sicuramente un nostro punto di forza.

RSens si è costituita come impresa nel gennaio 2011; qual è la strategia di sviluppo dell'impresa? È prevista l'apertura di nuove sedi o il ricorso al capitale di rischio?
RSens nasce, come progetto, circa un paio d’anni fa, presso i laboratori dei due atenei coinvolti. Durante questo periodo, abbiamo lavorato molto sia sugli aspetti tecnici che su quelli commerciali; abbiamo costituito l’impresa insieme a due tra i più importanti atenei italiani, a dimostrazione della qualità del nostro operato, e stiamo tutt’ora lavorando a nuove interessanti partnership. Attualmente non pensiamo all’apertura di nuove sedi, quanto piuttosto alla strutturazione e all’ampliamento di quelle esistenti. Dal punto di vista finanziario abbiamo già ricevuto alcuni interessanti segnali di apertura e proposte che stiamo attualmente valutando insieme ai nostri partner.

Data la sua esperienza, quale ritiene che sia l'aspetto più critico, o da valutare con maggior attenzione, nel processo di sviluppo del business plan e del progetto imprenditoriale nel caso di uno spin off accademico?
Il punto più critico e allo stesso tempo più importante per avviare uno spin off, o più in generale un’impresa, è sicuramente rappresentato dal team. Le persone rappresentano il primo vero asset di valore dell’impresa. Quindi, trovare le persone giuste al momento giusto è sicuramente l’elemento più critico, ma allo stesso
tempo cruciale, che è alla base di tantissimi casi di successo.

CONTATTI

RSENS

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Sede operativa
via Vignolese 905/b, I-41125 Modena
luca.bidinelli@rsens.it
www.rsens.it