BATTERI PER FAR MATURARE LA FRUTTA E RIPULIRE I MONUMENTI

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Progetti di ricerca applicata in biologia sintetica elaborati da studenti del Centro per la Biologia Integrata (CIBIO) di Ateneo
Due progetti messi a punto da studenti con la collaborazione di docenti e ricercatori che hanno ottenuto riconoscimenti nell’ambito della competizione internazionale iGEM promossa dal MIT di Boston.
intervista di Lino Giusti a Olivier Jousson

Olivier Jousson, foto Alessio Coser, archivio Università di TrentoDal 2012 il Centro per la Biologia Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento partecipa a iGEM (International Genetically Engineered Machines competition), un’importante competizione internazionale, nella quale squadre di studenti di tutto il mondo si sfidano presentando progetti di ricerca applicata nei campi della biologia sintetica e dell’ingegneria genetica. Gli studenti dedicano l’estate a far diventare realtà la loro idea con il supporto di professori e ricercatori. I risultati ottenuti vengono poi presentati davanti a una Commissione internazionale che ne giudica la qualità, la rilevanza e l’originalità; dopo la selezione a livello europeo i lavori migliori partecipano alla fase finale presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston. La compagine trentina ha più volte riscosso un notevole successo, arrivando alla finale dell’iGEM

World Championship (www.igem.org). Il professor Olivier Jousson è tra i promotori della partecipazione dell’Università di Trento ad iGEM.

Professor Jousson, come è iniziata l’avventura del CIBIO ad iGEM? 

Il CIBIO e l’Università di Trento sono stati promotori e protagonisti delle edizioni 2012 e 2013 di iGEM, competizione promossa dal MIT. L’ingegneria genetica e la sua forma standardizzata - la biologia sintetica - sono centrali nella formazione dei moderni biotecnologi. Era pertanto naturale proporre l’iniziativa ai nostri studenti, anche se sono pochissime le università italiane che partecipano alla competizione. L’idea è nata in seguito a discussioni con il collega Sheref Mansy, la cui ricerca è basata sulla biologia sintetica; insieme a lui e alla dottoressa Cristina Del Bianco abbiamo quindi costituito il team di organizzazione e supervisione dei progetti iGEM dell’Ateneo. 

Quali sono gli obiettivi del CIBIO per la partecipazione ad iGEM? 

Ad iGEM partecipano alcuni delle migliori università del mondo, quali Cambridge, Harvard, Stanford e molte altre. La partecipazione alla fase finale, in particolare, dà visibilità internazionale al CIBIO e all’Ateneo.
Oltre al suo valore formativo e culturale, iGEM aiuta a creare nuove collaborazioni e in alcuni casi a rinforzare un network interdipartimentale già esistente, dando la possibilità agli studenti di ottenere in tempi più brevi i loro risultati e facendo conoscere ad altri il lavoro realizzato presso il CIBIO. Vista la natura interdisciplinare della biologia sintetica e dei progetti scelti, in più occasioni gli studenti si sono avvalsi dell’esperienza non solo dei laboratori e della strumentazione del CIBIO, ma anche di altri laboratori e dipartimenti dell’Ateneo. In particolare hanno collaborato alcuni laboratori dei dipartimenti di Fisica, di Ingegneria industriale e di Ingegneria civile, ambientale e meccanica; inoltre il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale ha curato alcuni aspetti del progetto di natura etica e sociale.

Quali sono le idee presentate finora dalle squadre del CIBIO?

Nel 2012 un gruppo di 6 studenti ha ingegnerizzato dei batteri per rimuovere la crosta nera che degrada statue e monumenti di marmo (http://2012.igem.org/ Team:UNITN-Trento). Nel 2013 gli 8 studenti selezionati hanno sviluppato dei batteri in grado di controllare la maturazione della frutta (http://2013.igem.org/ Team:UNITN-Trento). Entrambe le squadre si sono posizionate tra le migliori in Europa e hanno avuto accesso alla competizione mondiale del MIT. Inoltre nel 2012 la squadra di Trento è risultata tra le migliori 16 al mondo, mentre nel 2013 ha vinto il premio della giuria per il miglior poster. 

Qual è il valore aggiunto di un’esperienza del genere per i partecipanti? 

Da questa esperienza si è potuto osservare che quando a questi giovani biotecnologi vengono dati libertà e supporto sono in grado di realizzare progetti di alto livello, con un impegno che va oltre a quello previsto dal loro piano di studi. Il successo di queste squadre ha richiamato l’attenzione di molti media, contribuendo a confermare l’ottima reputazione dell’Ateneo di Trento a livello nazionale e internazionale. Ad esempio gli studenti della squadra del 2013 sono stati invitati a raccontare la
loro esperienza alla trasmissione televisiva Geo & Geo e il loro progetto ora è candidato, insieme a una rosa ristretta di altri lavori, per l’EXPO 2015. iGEM è anche uno strumento didattico innovativo. Uno degli aspetti più interessanti del programma è che permette agli studenti di inseguire le loro curiosità scientifiche. Partendo da un vero e proprio brainstorming viene concepita un’idea che poi deve essere programmata e realizzata. L’organizzazione dettagliata del lavoro, il training che gli studenti ricevono prima di entrare in laboratorio, il lavoro di squadra, la verifica continua diventano strumenti formativi fondamentali, che possono trovare applicazione in molti ambienti professionali. 

Quale prospettiva futura per quest’iniziativa? 

Stiamo attualmente valutando la possibilità di partecipare nuovamente ad iGEM nel 2015. Nelle edizioni precedenti, le nostre squadre hanno scelto di lavorare su temi di interesse locale con possibilità di sviluppi commerciali e vorremmo dare continuità a questa scelta. Abbiamo molti monumenti in Italia anneriti dall’inquinamento e l’agricoltura è un aspetto importante dell’economia trentina e italiana. I nostri studenti hanno dimostrato in varie occasioni di avere idee innovative e uno spirito imprenditoriale. Dall’entusiasmo di alcuni di loro è nata l’idea di fondare Open Wet Lab, con sede al MUSE (Museo delle Scienze) di Trento, la prima organizzazione di garage biology in Italia creata con lo scopo di rendere la biologia accessibile a tutti. Attraverso iGEM ogni anno nuovi studenti vengono preparati ad utilizzare la scienza in maniera creativa per risolvere problemi di vita quotidiana.