Palazzo del Rettorato, foto AgF Bernardinatti, archivio Università di Trento

TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: DALL’UNIVERSITÀ ALL’IMPRESA

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Creare nuove opportunità di collaborazione con il mondo industriale e con istituzioni pubbliche e private per trasferire i risultati di ricerca, innovazione e know-how
L’università produce ricerca, innovazione e “capitale umano” portatore di know-how e di saperi specifici. Le attività di trasferimento tecnologico dell’ateneo e i filoni in cui si concretizzano.
di Davide Bassi

Da diversi anni l’Università di Trento ha intrapreso una politica che intende migliorare il collegamento tra la ricerca accademica e il mondo delle imprese. Questo nuovo sforzo editoriale - il periodico KNOWTRANSFER che esce in veste cartacea e online - s’inserisce in questo percorso e mira a rafforzare la capacità dell’ateneo di parlare il linguaggio dell’impresa. L’obiettivo, ambizioso, è quello di far conoscere quello che facciamo, ma anche di creare nuovi legami e stabilire contatti con aziende, società, istituzioni pubbliche e private di ricerca e pubbliche amministrazioni.

Rispetto a quanto comunemente fatto dagli enti di ricerca, l’università ha una specificità che può giocare un ruolo determinante anche nel collegamento con le imprese. Infatti, oltre a produrre risultati di ricerca che possono essere brevettati, trasferiti ad una nuova impresa o a un’impresa esistente, l’università “produce” capitale umano, ossia laureati, dottori di ricerca, giovani ricercatori che sono portatori naturali di know-how e saperi specifici e possono assumere un ruolo centrale nella collaborazione con le imprese.
Le attività di trasferimento tecnologico dell’ateneo s’inseriscono in tre filoni principali ugualmente rilevanti e tutti di potenziale interesse per un’impresa industriale o di servizi che voglia puntare sull’innovazione.

Una prima area riguarda un continuo processo di analisi, monitoraggio e valutazione delle tecnologie sviluppate in ateneo a partire dai centri di ricerca con spiccata vocazione tecnico-scientifica, senza dimenticare il ruolo fondamentale rappresentato dai settori socio-economici e giuridici. Lo sviluppo di nuove tecnologie va di pari passo con la valutazione del loro impatto socio-economico, la difesa dei diritti di proprietà e l’armonizzazione - a vari livelli - delle norme che regolano i mercati.

Una seconda area riguarda il trasferimento diretto di tecnologia dall’università all’impresa. Questo si può concretizzare in diverse forme tra loro complementari e in continua evoluzione: accordi di licenze brevettuali e brevetti congiunti con un’impresa, laboratori di ricerca applicati e di prove sperimentali, progetti di ricerca nazionali ed europei, partecipazione di soci industriali negli start up di ateneo e progetti di innovazione tecnologica in diversi settori.

Un terzo filone ha l’obiettivo di alimentare e sviluppare una cultura d’impresa fra docenti, ricercatori, dottorandi e studenti che può sfociare nella creazione di nuove imprese. La costituzione di spin off o start up universitari è non solo il risultato della tecnologia innovativa nata in ateneo, ma anche della capacità di creare un gruppo di persone che s’impegnano direttamente nel trasformare, anche con il possibile supporto di uno o più soci industriali, la tecnologia in prodotto/servizio. Sono nate così negli ultimi anni iniziative imprenditoriali che si confrontano con il mercato e la concorrenza, portatrici di conoscenze, tecnologie e saperi, frutto dell’attività di ricerca dell’ateneo.