tecnologie e saperi tra università e impresa
Numero 18 | Anno 8 | MARZO 2018

Sede principale di Aquafil, Arco. Foto archivio Aquafil.

Persone e profili

UNA DOTTORANDA IN AZIENDA

Un progetto di dottorato sulle fibre sintetiche fa collaborare Università e Aquafil

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Simona Sorrentino
lavora presso la Divisione Supporto alla Ricerca scientifica e al Trasferimento tecnologico dell’Università di Trento.
Maddalena Bertolla, dottoranda del Dipartimento di Fisica, racconta la sua l’esperienza in Aquafil: pensare a una soluzione e poterla immediatamente testare sulla linea di produzione.

intervista di Simona Sorrentino a Maddalena Bertolla

Aquafil spa, multinazionale trentina recentemente quotata in borsa, è uno dei principali produttori, in Italia e nel mondo, di fibre sintetiche. L’azienda collabora da anni a progetti di ricerca con l’Università di Trento, anche attraverso il finanziamento di percorsi di dottorato. Attualmente Aquafil finanzia la borsa di dottorato di Maddalena Bertolla, dottoranda presso il Dipartimento di Fisica

Maddalena, come nasce la collaborazione con l’azienda Aquafil? 
Nel 2014 Aquafil ha partecipato alla prima edizione di IPSP (Industrial Problem Solving with Physics). IPSP è un’iniziativa in cui giovani fisici (studenti, dottorandi o ricercatori) si cimentano nella risoluzione di problemi aziendali. Questa occasione ha portato Aquafil a capire che il punto di vista di un fisico, non inquadrato nella mentalità aziendale, ma interessato alla comprensione profonda di un fenomeno, può contribuire a innovare il processo produttivo. 

Quali sono gli argomenti e gli obiettivi del progetto di ricerca concordato con l’azienda? 
Uno stadio del processo di produzione di fibre per la rilavorazione a telaio è l’interlacciatura che, facendo interagire il filato con un getto di aria compressa, gli conferisce punti di coesione. Nonostante questo meccanismo sia ampiamente utilizzato nell’industria tessile, i dettagli della sua dinamica non sono ancora noti. Aquafil è interessata a capire il processo di interlacciatura con il duplice scopo di individuare una tecnica che consenta di contare, in tempo reale, i punti di coesione man mano che questi vengono introdotti nel filato e di diminuire il consumo di aria compressa. 

Qual è il valore aggiunto, e quali le difficoltà, di un percorso di dottorato accademico finanziato da un’impresa? 
Questo percorso mi ha permesso di capire come le mie competenze possano essere adattate alle esigenze di sviluppo aziendale. Un dottorato industriale, infatti, non prevede solo un momento di formazione sulla comprensione della fisica di un fenomeno, ma vuole anche rendere questa conoscenza fruibile. Ti obbliga quindi a di tenere in considerazione i vincoli imposti dall’applicazione industriale. Trattandosi di un progetto nuovo nell’ambito del Dipartimento di Fisica, ho incontrato una difficoltà iniziale nella comprensione del tema proposto, per poter poi individuare l’approccio migliore da sviluppare. È stato fondamentale riuscire a instaurare una buona interazione tra me, università e azienda per poter avere un confronto scientificamente costruttivo. 

In base all’esperienza che stai vivendo, hai già un’idea su come ti piacerebbe proseguire nella tua carriera? 
In questa esperienza ho apprezzato molto il fatto di pensare a una soluzione e poterla immediatamente testare sulla linea di produzione. Perciò mi piacerebbe continuare, in futuro, a fare ricerca applicata finalizzata all’innovazione industriale e tecnologica.