tecnologie e saperi tra università e impresa
Numero 16 | Anno 7 | FEBBRAIO 2017

Foto archivio AThEME.

Ricerca

BILINGUISMO CONTA

Un’iniziativa che fa dialogare ricercatori, comunità e famiglie nata nell’ambito del progetto europeo AThEME sul multilinguismo

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Simona Sorrentino
lavora presso la Divisione Supporto alla Ricerca Scientifica e al Trasferimento Tecnologico dell’Università di Trento.
AThEME si occupa di aspetti del multilinguismo poco studiati, come il rapporto tra lingue nazionali e regionali (lingue di minoranza, dialetti) e tra lingue nazionali e lingue d’immigrazione recente. Al progetto partecipano 17 università di 8 diversi paesi

Intervista di Simona Sorrentino a Patrizia Cordin 

Patrizia Cordin, professoressa associata del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento coordina il gruppo di ricerca interdipartimentale sulle minoranze linguistiche e collabora con il progetto europeo AThEME sul multilinguismo in Europa. 

Professoressa Cordin, ci può descrivere i settori chiave di cui si occupa la sua ricerca?
Il progetto interdipartimentale, sostenuto dall'Ateneo e dalla Provincia di Trento, è nato una decina di anni fa per favorire il riconoscimento delle minoranze linguistiche e la valorizzazione delle loro lingue e culture in una provincia come quella trentina, che conta tre minoranze linguistiche storiche (ladini, mòcheni e cimbri) e molte minoranze linguistiche di recente immigrazione. Dal 2014 la ricerca linguistica sulle minoranze è diventata parte del progetto europeo AThEME (Advancing the European Multilingual Experience), che si occupa di alcuni aspetti del multilinguismo sinora poco studiati, come il rapporto tra lingue nazionali e regionali (lingue di minoranza, dialetti) e tra lingue nazionali e lingue d'immigrazione recente.

Quali sono le competenze interdisciplinari che confluiscono nella ricerca sul multilinguismo?
Il multilinguismo è un fenomeno strettamente legato a fattori economici, sociali, psicologici e, naturalmente, linguistici. Al gruppo dell'Università di Trento collaborano ricercatori con competenze di linguistica teorica, linguistica romanza, linguistica tedesca, sociolinguistica, linguistica acquisizionale e psicolinguistica. Anche la collaborazione con i colleghi giuristi che si occupano di diritto costituzionale comparato dei gruppi e delle minoranze è fondamentale per la ricerca interdipartimentale.

Al progetto AThEME, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del VII Programma Quadro, partecipano 17 università di 8 diversi paesi. Quale sarà l’impatto a livello europeo?
I risultati di AThEME interessano particolarmente educatori, specialisti di patologie linguistiche e politici. Per informare chi lavora in questi contesti, AThEME produrrà, entro la fine del 2018, le sintesi dei risultati raggiunti in alcuni ambiti, sui quali baserà delle raccomandazioni di politica linguistica. Si daranno indicazioni per la valorizzazione di lingue regionali e di heritage languages (lingue d'immigrazione recente). Un altro elemento di grande impatto sarà la proposta di criteri diagnostici utili a riconoscere in età prescolare i sintomi dei disturbi specifici del linguaggio e a distinguerli da possibili ritardi nella produzione linguistica di bambini bilingui. 

Nell’ambito di AThEME l’Università di Trento è una delle sedi italiane del servizio d'informazione “Bilinguismo conta”, coordinato dall’Università di Edimburgo. A chi si rivolge e che tipo di azioni prevede? 
Bilinguismo conta intende porsi come ponte tra ricerca e società, aiutando a sviluppare una maggiore consapevolezza sul multilinguismo. Perciò si rivolge ai genitori, a chi opera nelle scuole (soprattutto dell'infanzia e primarie) e a chi prende decisioni di politica linguistica. I ricercatori che collaborano all’iniziativa sono disponibili per incontri e seminari su temi come: bilinguismo e lingue di minoranza, vantaggi cognitivi dell'educazione bilingue in età precoce, rapporto tra bilinguismo e disturbi specifici del linguaggio. Su questi argomenti negli anni scorsi sono stati organizzati vari incontri rivolti a famiglie, insegnanti della scuola d'infanzia, logopediste, ed è stata avviata una collaborazione con gli istituti culturali delle minoranze linguistiche cimbra, mòchena e ladina.

L’apprendimento di due lingue straniere, oltre alla lingua madre, rappresenta una priorità europea accolta anche a livello locale. Qual è la visione che sta alla base di questo obiettivo? 
Si possono elencare più ragioni, alcune note, altre meno: conoscere più di una lingua permette la comunicazione con più persone; chi ha la padronanza di più lingue può far parte di più comunità e avere esperienze sociali e culturali più varie; le competenze linguistiche sono sempre più valutate sul mercato del lavoro; chi è bilingue ha dei vantaggi cognitivi perché riesce a passare più facilmente da un compito all'altro e ad avere un'attenzione selettiva agli elementi pertinenti per un compito specifico (meno distrazioni); infine, l'uso regolare di più di una lingua pare funzionare come ottimo esercizio per il cervello anche in età avanzata. Per raggiungere questi obiettivi, tuttavia, sappiamo che la scuola da sola non basta, ed è necessaria una collaborazione di tutta la comunità coinvolta.

Quali sono le ricadute sul territorio e i contributi che la ricerca sul multilinguismo può fornire a livello politico e sociale? 
Riconoscere i vantaggi del multilinguismo significa sostenerlo nelle famiglie e nelle scuole. Lo si sostiene assegnando un ruolo primario all'educazione nella lingua madre, che è la base per l'apprendimento di altre lingue, e favorendo l'acquisizione bilingue precoce attraverso un'esposizione linguistica quantitativamente ricca e qualitativamente variata, con stimoli di più parlanti e di registri diversi. È molto importante dare agli insegnanti informazioni aggiornate sullo sviluppo linguistico del bambino bilingue e sulle tecniche per insegnare una lingua come L1 e come L2 nelle classi multilingui, così come è importante comunicare con i genitori degli scolari che non conoscono la lingua del Paese. Valorizzare le lingue di minoranza è una grande opportunità linguistica, cognitiva e culturale per tutti.