THE S-MART APPROACH

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Impostare in modo nuovo e positivo il rapporto fra mondo universitario, sportivo e stakeholder sociali
di Alison G. Odell

Ho avuto il piacere, in qualità di presidente dell’Education Committee della Federazione Internazionale Sport Universitari (FISU), di intervenire alla Conferenza internazionale "University Sport: Inspiring Innovation" che si è svolta al Mart di Rovereto e ha preceduto l’inizio delle competizioni dell’Universiade invernale Trentino 2013.

Insieme a me, sono molti i colleghi della FISU che hanno espresso ammirazione e rispetto, durante i 18 mesi antecedenti l’evento, nei confronti del Comitato  organizzatore che ha saputo influenzare, integrare e stimolare l’interazione con gli stakeholder locali, regionali e nazionali nella preparazione dell’Universiade. Il Comitato ha scelto di adottare un approccio globale, volto alla creazione di una legacy educativa attraverso lo sport, basandosi su un’impostazione interdisciplinare che ha caratterizzato ogni singola azione. I partner e gli stakeholder sono stati spronati a sostenere questo importante evento sportivo e contemporaneamente a beneficiarne, grazie alle relazioni, naturali ma nel contempo innovative, di carattere politico, economico e formativo che l’Universiade ha innescato. In questo modo sono stati incoraggiati a considerare lo sport come uno strumento in grado di influenzare in modo diretto e indiretto diversi settori, per dimostrare che la somma di uno più uno a volte fa più di due!

Da sinistra: Alison Odell con la rettrice dell’Università di Trento Daria de Pretis e l’assessora all’Università e Ricerca della Provincia autonoma di Trento Sara Ferrari, foto Luca Valenzin, archivio Università di TrentoEravamo all’inizio della nostra avventura: una nuova alleanza ispirata e sostenuta dall’organizzazione di un evento sportivo della massima portata. Siamo riusciti a trovare un terreno di partenza comune, un orientamento condiviso, basandoci sui valori dello sport e muovendoci poi attraverso il dialogo, l’analisi e perfino il negoziato, sempre circondati da uno spirito di rispetto tra le diverse discipline nei confronti del potenziale di innovazione dello sport, laddove esso si integra con il mondo delle imprese e della formazione.

La Universiade Conference ha avuto molti relatori autorevoli dai background diversi. Ad illustrare gli elementi principali che legano sport e università è stato Stefano Paleari, presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e membro del Comitato esecutivo dell’Associazione Europea delle Università (EUA). "Quando un atleta stabilisce un record fa qualcosa che non è mai stato fatto prima, allo stesso modo - ha sottolineato Paleari - l’innovazione rappresenta ciò che non è mai stato realizzato in passato".

La conferenza ha evidenziato quella che si può forse definire una gap analysis, ovvero l’analisi di un divario.

I diversi contributi degli oratori, rappresentanti del mondo dello sport, della formazione, delle imprese e degli affari, hanno parlato, ad esempio, del divario esistente tra le competenze richieste dai datori di lavoro e i risultati formativi dei percorsi di formazione universitaria, sottolineando come lo sport possa essere d’aiuto nel tentare di ovviare a questa situazione. Gli oratori delle sessioni plenarie e parallele hanno iniziato ad identificare, grazie a una solida conoscenza, una serie di enti coinvolti attivi nel mondo dei giovani, della formazione e dello sviluppo, tra cui l’OCSE, il CONI, l’EOSE. La collaborazione di tali enti con ricercatori universitari, politici, rappresentanti governativi a livello locale, nazionale ed europeo, può essere fonte di ispirazione reciproca, per pensare in modo creativo ed innovativo come le relazioni possano consentire allo sport di diventare il collante, il tessuto connettivo in grado di avere un impatto positivo sulle nostre vite.

Il professor Thierry Zintz attraverso il suo intervento e la Commissaria europea Androulla Vassiliou in video hanno presentato le proprie riflessioni. Hanno sottolineato l’importanza delle opportunità di mobilità per la formazione, in grado di funzionare solo se si riuscirà a mettere in relazione le federazioni sportive internazionali con i bisogni degli atleti, ad esempio sostenendo i programmi di doppia carriera, che stanno emergendo in un numero crescente di paesi. Forse gli atenei e le federazioni sportive internazionali potrebbero impegnarsi maggiormente per facilitare questo tipo di cooperazione.

Rossana Ciuffetti, direttore della Scuola dello Sport del CONI, ci ha ricordato che la legacy è il motore dell’innovazione. Debra Mountford (OCSE, Parigi), Mike Emmerich (Direttore di New Economy, Manchester) e Oleg Matytsin (primo vice presidente della FISU) hanno esposto dati e analisi relative agli ultimi grandi
eventi sportivi tenuti a Barcellona, Manchester, Londra e Kazan. Sono stati presentati casi di studio che mostrano come in queste città, che hanno ospitato grandi eventi, si continuino a percepire cambiamenti e sviluppi a lungo termine di rinnovamento e rigenerazione sociale, nonché di carattere economico.

Nelle sezioni parallele sono stati presentati i risultati di progetti di ricerca che mostrano potenziali applicazioni pratiche in settori come la composizione della sciolina
per gli sci o l’acqua di cocco come bevanda sportiva. Questi risultati sono stati affiancati dalla presentazione del modello di business utilizzato dall’Imperial College di Londra per sponsorizzare progetti di ricerca legati a grandi eventi.

È un sogno, ma anche una concreta strada da percorrere, quella indicata dal presidente della FISU, Claude-Louis Gallien. "Le università possono essere il volano delle economie locali. Se lo sport viene utilizzato come strumento e fonte di ispirazione, si possono considerare organizzazioni come l’AISTS (Accademia internazionale per lo sport, la scienza e la tecnologia), enti in grado di mediare e raccogliere gli stimoli necessari per poter creare un collegamento con gli stakeholder interessati a sviluppare iniziative di tipo innovativo, all’interno di una nuova rete di collaborazioni che si è delineata nella Dichiarazione firmata al termine della conferenza."

La conferenza che ha aperto l’Universiade invernale Trentino 2013 è stata sicuramente un evento molto stimolante. Non è possibile ringraziare individualmente tutti quelli che vi hanno contribuito. Tuttavia desidero ringraziare, a nome della FISU, Il Comitato organizzatore dell’Universiade, e in particolare il presidente Sergio Anesi, l’Università di Trento, e in particolare la rettrice Daria de Pretis, il responsabile e gli organizzatori della Conferenza, Paolo Bouquet, Vanessa Ravagni e il suo staff, che hanno saputo avvicinarci ad un’impostazione nuova, the S-MART Approach. Questa impostazione si basa sul concetto di una legacy intellettuale sostenibile, attraverso l’Universiade. E questa conferenza ne segna il punto di partenza. Infine desidero ringraziare coloro i quali hanno parlato di università e sport, una visione
per il futuro. Questo dovrebbe essere la nostra fonte di ispirazione per proseguire nella direzione di una maggiore cooperazione nell’ambito dello sport per l’innovazione.

Avete acceso la fiamma, teniamola accesa.

APPROFONDIMENTO

Federazione Internazionale Sport Universitari (FISU)
www.fisu.net