Agf Bernardinatti, archivio Università di Trento

DALLA RICERCA AL TRASFERIMENTO DI CONOSCENZA

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Trovare collegamenti virtuosi tra mondo accademico, sistema delle imprese e società civile
Il trasferimento di conoscenza implica la valorizzazione economica dei prodotti della ricerca, ha un ambito di applicazione molto ampio e può creare molti benefici per tutti i soggetti coinvolti con un impatto positivo sul contesto sociale ed economico.
di Daria de Pretis

Sempre di più lo sviluppo della conoscenza costituisce una missione irrinunciabile dell’università. La ricerca è espressione di autentica libertà intellettuale, libera quindi di essere fine a se stessa e di essere riversata nell’ambito didattico, ma libera anche di avere un’applicazione pratica e immediatamente fruibile. Se la conoscenza rappresenta la base per lo sviluppo della convivenza sociale e per la crescita dell’economia, l’università non può sottrarsi al compito di trovare collegamenti virtuosi con il mondo dell’economia e della produzione.

Pur essendo un ateneo medio-piccolo, l’Università di Trento ha dimostrato una notevole capacità di fare ricerca e di ottenere risultati (nel rapporto ANVUR sulla qualità della ricerca si posiziona al 1° posto tra gli atenei italiani di medie dimensioni), vanta una buona reputazione anche a livello internazionale ed ha acquisito preziose capacità di trasferimento tecnologico. Si tratta di un patrimonio di know how che va difeso e implementato e che è frutto di un impegno continuo e convinto dei suoi ricercatori. Solide collaborazioni di ricerca iniziano a dare frutti anche in questo campo: alcuni brevetti sono nati da lavori svolti con l’Università di Harvard, con l’Università di Porto e con la Fondazione Edmund Mach.

Ricerca e innovazione si coniugano con la vocazione internazionale della nostra Università e con la capacità di creare reti di ricerca e collaborazioni con istituzioni e imprese a livello nazionale e internazionale. Questo non esclude il fatto che deve essere sviluppato un dialogo proficuo con i diversi soggetti del territorio in cui l’Ateneo opera, la sua pubblica amministrazione, la sue imprese, il suo sistema cooperativo, con un’attenzione particolare verso enti e fondazioni di ricerca. Né va dimenticato il sostegno della Provincia autonoma di Trento a favore di ricerca e innovazione, anche attraverso strumenti normativi come la revisione della legge 6/99 che ridefinisce i criteri sulla ricerca applicata, l’inserimento di ricercatori nelle imprese e i diversi interventi di Seed Money per start up innovativi.

I temi della proprietà intellettuale e del trasferimento di conoscenze sono rilevanti per l’Ateneo. Se molto vi è ancora da fare, non partiamo da zero. Da alcuni anni abbiamo un apposito regolamento di Ateneo, un ufficio che fornisce supporto per iniziative di trasferimento tecnologico all'interno della Divisione Supporto alla Ricerca Scientifica e al Trasferimento Tecnologico e per la creazione di spin off e start up accademici (a oggi ne sono stati attivati 11), spazi ad hoc a Villazzano per far crescere iniziative imprenditoriali riconosciute dall’Università.

Il trasferimento di conoscenza implica la valorizzazione economica dei prodotti della ricerca ed ha un ambito di applicazione molto ampio, e ancora in parte da “inventare”, che va dalla produzione di tecnologie industriali al campo medico, dal settore dei servizi alla messa a punto di procedure di natura diversa con un impatto sul contesto sociale ed economico.

Brevettare un’idea, creare uno spin off o uno start up, può voler dire creare molti benefici per tutti i soggetti coinvolti (università, ricercatori, imprese, enti pubblici e privati). Spesso sono i giovani che vengono formati alla ricerca durante gli anni di università che, insieme a ricercatori di maggiore esperienza, trovano le idee, le opportunità, la voglia di “fare impresa” e (cosa da non sottovalutare in un periodo di crisi economica) una propria collocazione nel mercato del lavoro.