TELEFONI CELLULARI: PIN ADDIO!

in
Brevettato un metodo biometrico per sbloccare gli smartphone senza digitare il codice
Un nuovo software di autenticazione basato sul movimento del braccio eseguito per rispondere alla chiamata.
di Bruno Crispo e Mauro Conti

Nel solo 2011 sono stati venduti più di 300 milioni di smartphone in tutto il mondo. Il loro mercato ha raggiunto le stesse dimensioni di quello che raggiungono insieme desktop, laptop e notebook. Rispetto ai cellulari di vecchia generazione, gli smartphone hanno molta più memoria e potenza di calcolo. Non hanno tastiera ma sono dotati di uno schermo touchscreen, navigatore GPS e, soprattutto, di molti sensori tra i quali, ad esempio, accelerometro e giroscopio. Ad una rapida evoluzione dell’hardware non è sempre corrisposta un’adeguata evoluzione del software che spesso ha semplicemente implementato sui cellulari gli stessi concetti e metafore in uso per i PC tradizionali.

Un importante esempio è costituito dal software di autenticazione con cui l’utente si identifica per sbloccare il cellulare o la SIM. I software esistenti utilizzano metodi che fanno affidamento, per la maggior parte, ancora sulle vecchie password (o PIN). Tuttavia, la digitazione di password è soggetta ad errori, oltre ad essere un’operazione noiosa che porta molti utenti ad evitarne completamente l’utilizzo. Unica alternativa presente su alcuni smartphone è l’uso di tratti grafici che l’utente può tracciare con un dito. Recenti lavori scientifici hanno però evidenziato la scarsa sicurezza anche di queste password grafiche.
Il problema fondamentale dei metodi esistenti resta quindi la scarsa usabilità: l’utente, per sbloccare il telefono, deve compiere un’operazione specifica.
Per superare i limiti tecnologici attuali, Bruno Crispo e Mauro Conti hanno brevettato un metodo che utilizza nuove biometrie comportamentali per l’identificazione sicura dell’utente.

Il brevetto si basa sull’osservazione che il movimento del braccio eseguito da una persona per rispondere al telefono è caratterizzante e sufficientemente stabile da poter essere usato per identificare la persona stessa.
La tecnologia brevettata permette così di sbloccare il cellulare e identificarne il proprietario in modo sicuro e trasparente, senza richiedere all’utente di compiere azioni aggiuntive rispetto all’utilizzo del telefono. Il metodo inventato dai due ricercatori ha anche il pregio di poter essere implementato con i sensori che sono già presenti sugli attuali smartphone.

I primi esperimenti in laboratorio hanno dato risultati molto soddisfacenti con un tasso di falsi riconoscimenti di appena il 2.5%. Questo conferma la superiorità del nuovo metodo rispetto ad altre biometrie che si basano ad esempio sul riconoscimento della cavità dell’orecchio.

CONTATTI

DISI Security Research Group
Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (DISI)
Università di Trento
via Sommarive 14, I-38123 POVO
tel. +39 0461 282099
fax +39 0461 282093
security@disi.unitn.it
www.disi.unitn.it/~security

Autori
crispo@disi.unitn.it
conti@math.unipd.it