LE POSSIBILITÀ DI APPLICAZIONE DELLA RICERCA

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KNOWTRANSFER fa incontrare imprenditori, ricercatori e produttori di idee
Il trasferimento di conoscenze e risultati dell’attività di ricerca universitaria al settore economico-produttivo è qualificante per l’ateneo e contribuisce alla crescita del territorio e del sistema-Paese.
di Claudio Migliaresi

La capacità di trasferire a soggetti produttivi ritrovati su prodotti o processi e anche di partecipare direttamente alla loro valorizzazione/produzione, ovvero di attuare trasferimento tecnologico, è considerato ormai da anni uno dei punti qualificanti e premianti di un ateneo. I compiti primari di un ateneo sono la formazione e la ricerca, e secondo molti, un pensiero che io condivido pienamente, non si può fare buona formazione se non si fa anche buona ricerca e se non si è capaci di trasferire alla formazione quello che si apprende dallo svolgimento della ricerca, cosa che in molte discipline, forse tutte, è esigenza perentoria.

Ma è ormai anche condivisa l’opinione che un ricercatore non deve soltanto saper insegnare e saper svolgere buona ricerca, ma debba anche saper trasferire le conoscenze acquisite tramite la ricerca e specifici risultati della ricerca al settore economico-produttivo, contribuendo così direttamente alla crescita non solo del territorio in cui l’ateneo opera ma dell’intero sistema Paese. Se è vero che è possibile fare ricerca senza attuare trasferimentotecnologico, è anche vero che la ricerca può trarre dalla sua attuazione grandi benefici e motivi di sviluppo; ed è vero che la ricerca alimenta il trasferimento, ma è anche
vero che il trasferimento è uno degli strumenti della sua valorizzazione e può anche essere importante strumento di valorizzazione della formazione, contribuendo ad ampliare la domanda di assunzione di laureati e potendo anche offrire ad essi dirette possibilità di ingresso nel mondo imprenditoriale.

Know-how, spin-off, placement, stage, intellectual property… sono termini che oggi vengono comunemente utilizzati e che definiscono le diverse azioni sulle quali la filiera del trasferimento tecnologico può svilupparsi ed attuarsi con attività coordinate e definizione di procedure di attuazione delle quali questo periodico, KNOWTRANSFER, vuole costituire strumento.

Know transfer, conosci il trasferimento, ma anche know transfer, trasferisci il sapere. La frase, pur se con qualche forzatura grammaticale, si presta ad essere letta nei due sensi, indicando l’esigenza di trasferire ma anche di saper trasferire, individuando nei risultati della ricerca svolta gli elementi di innovazione, possibile oggetto di attività produttiva diretta o indiretta.

Questo periodico vuole essere strumento di conoscenza e di stimolo, esterno verso il mondo produttivo ma anche interno verso i ricercatori dell’ateneo, a vedere nei risultati della ricerca anche le possibilità di applicazione e non soltanto l’argomento di pubblicazioni, seppure esse restino metodo primario di diffusione della conoscenza e impegno primario di ogni ricercatore pubblico.

Le università sono storicamente valutate sulla base della qualità della formazione che offrono e della qualità dei risultati della ricerca che producono, e se fino a non molto tempo fa quest’ultimo parametro era esclusivamente pesato dal numero e dalla collocazione delle pubblicazioni, un peso non trascurabile viene oggi attribuito ai prodotti trasferibili o trasferiti della ricerca, quali brevetti, iniziative imprenditoriali attivate, parchi o incubatori tecnologici aperti.

Il periodico KNOWTRANSFER è oggi anche un incubatore tecnologico virtuale, dove imprenditori o aspiranti imprenditori o produttori di idee possono incontrarsi, porsi domande e provare a darsi risposte.