Foto archivio NASA-ESA-ASI

LO STUDIO DELLE COMETE E L’ORIGINE DELLA VITA

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Il contributo dell’Università di Trento alla Missione Rosetta
L’obiettivo della Missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea (ASE) è svelare i tanti misteri che ancora circondano le comete, così come la stele di Rosetta, grazie all’archeologo francese Champollion, permise di decifrare nel 1816 i geroglifici egizi.
di Mariolino De Cecco

Ho avuto modo di partecipare alla Missione Rosetta sin dal mio dottorato di ricerca. Il mio è stato un esempio in parte atipico, in quanto normalmente le università si occupano degli aspetti di ‘concetto’ mentre sono poi le aziende del settore aerospaziale che realizzano l’hardware da volo. Nel nostro caso invece abbiamo progettato, assemblato e qualificato sia i prototipi da qualifica che quelli da volo. Il progetto di ricerca applicata e trasferimento tecnologico ha riguardato in una fase iniziale un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova e, per quanto mi riguarda, è poi proseguito con l’Università di Trento. 
In particolare, da quando sono all’Università di Trento, mi sono occupato dell’aggiornamento del software di taratura e controllo del meccanismo otturatore, vero e proprio cuore di entrambi i telescopi che compongono OSIRIS, nome dell’esperimento principale di Rosetta, composto da due telescopi, uno a campo largo per inquadrare la chioma della cometa e uno a campo stretto per inquadrare il nucleo.

Nell’esperimento OSIRIS è stata coinvolta un’azienda media italiana, la Lika Electronics, per la realizzazione di componenti (encoders ottici ad alta risoluzione) che venivano realizzati solo negli Stati Uniti, in Francia e in Giappone. Cos’è Rosetta? Definita missione ‘cornerstone’, Rosetta è una tra le più ambiziose imprese dell’Agenzia Spaziale Europea (ASE). L’obiettivo della missione è svelare i tanti misteri che ancora circondano le comete, così come la stele di Rosetta, grazie a all’archeologo francese Champollion, permise di decifrare nel 1816 i geroglifici egizi.

Le comete rappresentano i corpi primordiali dei processi fisici e chimici avvenuti durante la formazione del Sistema Solare rimasti pressoché incontaminati grazie alla loro permanenza a grandi distanze dal Sole. Si ritiene infatti che una buona parte dell’acqua degli oceani terrestri possa essere stata rilasciata dalle tante comete che hanno colpito il nostro pianeta durante le prime fasi e che gli elementi pre-biotici che hanno favorito lo sviluppo della vita potrebbero essere stati portati sulla Terra dalle comete. Lo studio delle comete è pertanto cruciale per la comprensione di molte delle incognite ancora esistenti relative alla nostra origine. 

Non si tratta dunque di ricadute immediate quali quelle provenienti da missioni relative a sistemi orbitanti attorno alla Terra che permettono di localizzarci, monitorare lo stato del suolo, creare strutture di difesa (per citare solo alcuni esempi). Rosetta si rivolge alle origini della vita e, per ora, non sappiamo ancora quali saranno le ricadute concrete per la vita di tutti i giorni. Molti dei progressi e delle conquiste scientifiche che hanno segnato la nostra storia non sono stati realizzati attraverso un approccio diretto, ma tramite obiettivi più grandi e ambiziosi che portano a una maggiore motivazione per l’innovazione. La ricerca in ambito spaziale è tra queste.

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