tecnologie e saperi tra università e impresa
Numero 13 | Anno 5 | Settembre 2015
Festivalmeteorologia

PUNTARE SU RICERCA E TRASFERIMENTO DI CONOSCENZE

Dall’agricoltura al turismo, dai trasporti all’edilizia: le tante applicazioni della meteorologia

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di Paola Fusi
Responsabile della Divisione Comunicazione ed Eventi dell’Università di Trento.
Il Gruppo di Fisica dell’Atmosfera dell’Università di Trento, impegnato in progetti di ricerca con collaborazioni nazionali e internazionali, ha sviluppato competenze in molti ambiti tra cui le misure di campo e l’utilizzo di modelli meteorologici.

Dino ZardiA Rovereto il 16-17 ottobre si svolgerà la prima edizione del Festivalmeteorologia, promosso dall’Università di Trento e dal Comune di Rovereto in collaborazione con Mart, Fondazione Museo Civico Rovereto, CNR, CINFAI e Associazione Geofisica Italiana.
Ne abbiamo parlato con il responsabile scientifico Dino Zardi, professore associato di Fisica dell’Atmosfera presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Ateneo, dove coordina il Gruppo di ricerca in Fisica dell’Atmosfera, attivo su varie tematiche di Meteorologia e Climatologia.

Professor Zardi, quali motivazioni hanno spinto l’Università di Trento a promuovere questa iniziativa? Quali sono le realtà e i soggetti che si confronteranno al Festival di Rovereto?
Il Festivalmeteorologia di Rovereto nasce dall’idea di offrire al variegato mondo della meteorologia italiana un momento di incontro e di reciproca conoscenza. Un’occasione che di fatto mancava nel panorama nazionale. Quindi a Rovereto si troveranno i servizi meteorologici, non solo pubblici (nazionali e regionali), ma anche privati, le aziende che operano nel settore o che necessitano dei servizi della meteorologia, le università, gli enti di ricerca, le associazioni amatoriali e scientifiche, rappresentanti del mondo della scuola e della comunicazione.

Nessuno di noi parte oggi per le vacanze senza aver consultato le previsioni meteo. Ma che tipo di lavoro c’è dietro il nostro “clic”? Quanto sono importanti ricerca e innovazione in questo settore?
Ogni previsione è il risultato finale di una lunga e complessa catena di operazioni, che partono anzitutto dalla raccolta dei dati continuamente forniti su tutto il pianeta dai sistemi di osservazione dell’atmosfera: satelliti, radiosonde, radar, stazioni meteorologiche sparse in tutto il mondo. Questi dati vengono elaborati e costituiscono la base di partenza per i modelli meteorologici, complessi programmi che girano su potenti calcolatori e simulano l’evoluzione per i giorni successivi dello stato dell’atmosfera, in tutte le sue variabili tra cui temperatura, precipitazione, pressione, copertura nuvolosa, radiazione solare, vento e altre.

Anche all’Università di Trento si fa ricerca in questo ambito. Ce ne può parlare?
All’Università di Trento è attivo da quasi vent’anni un Gruppo di Fisica dell’Atmosfera. Il gruppo ha sviluppato nel tempo diverse competenze: dalle misure di campo, grazie anche alla strumentazione acquisita attraverso i finanziamenti per progetti di ricerca conseguiti in questi anni, all’utilizzo di modelli meteorologici, che grazie ai calcolatori consentono di simulare i processi atmosferici.
Il gruppo che coordino ha avuto nel tempo vari avvicendamenti, essendo per lo più composto da personale a contratto. Attualmente i collaboratori sono Lavinia Laiti, Lorenzo Giovannini, titolari di assegni di ricerca, ed Elena Tomasi, dottoranda. Inoltre abbiamo diversi collaboratori esterni che partecipano a progetti specifici. Il gruppo ha diverse collaborazioni con altre università ed enti di ricerca in Italia e all’estero, in particolare con le Università di Bolzano, di Bologna, di Innsbruck, di Vienna e con gli Istituti ISAC e IBIMET del CNR.

Quali sono i principali progetti di ricerca ai quali state lavorando?
In questo momento il gruppo partecipa a tre progetti finanziati dalla Provincia autonoma di Trento, nell’ambito dell’Atlante Climatico del Trentino. Un progetto riguarda la mappatura della radiazione solare sul territorio, un altro la mappatura del vento, cioè del potenziale eolico, e un terzo lo sviluppo di algoritmi per la spazializzazione dei dati rilevati dalle stazioni meteorologiche sparse sul territorio per ottenere una mappatura continua su tutti punti del Trentino. Abbiamo un progetto finanziato dalla Fondazione Caritro sul programma “Giovani ricercatori”, finalizzato alla previsione di situazioni di comfort nelle principali aree urbane del Trentino. Con l’Autostrada del Brennero abbiamo un contratto per il monitoraggio dell’inquinamento prodotto dal traffico autostradale e stiamo negoziando un incarico di rilievo per la valutazione dell’impatto sulla qualità dell’aria di un importante impianto industriale in Alto Adige.

Ci sono possibilità e opportunità concrete, per i ricercatori e per le aziende, di fare trasferimento tecnologico in questo settore?
Le opportunità di trasferimento tecnologico sono moltissime, sia perché la tecnologia ci offre sempre nuovi ritrovati a costi sempre più ridotti (si pensi alle app che oggi si possono installare su tutti gli smartphone), sia perché le applicazioni della meteorologia interessano i settori più svariati: dall’agricoltura, al turismo, ai trasporti, all’edilizia, per citarne alcuni, fino all’ organizzazione della vita quotidiana di ciascuno di noi. Tuttavia occorre fare molta attenzione alla qualità dei prodotti e dei servizi. Come sempre, la tentazione di commercializzare prodotti tecnologicamente appariscenti ma di bassa qualità è sempre dietro l’angolo. Per questo occorrono professionisti preparati e seri che garantiscano un utilizzo appropriato e corretto delle nuove tecnologie.